Il 20 ottobre si celebra in tuttoil mondo la Giornata internazionale dello chef e quale occasione migliore perconoscere un po’ meglio chef Paride, l’anima della cucina della Trattoria Hesperia?
Nato e cresciuto a Mesagne, inprovincia di Brindisi, Paride Molfetta ha ben presto trovato la sua vocazione.A 17 anni, durante la formazione nella scuola alberghiera di Brindisi, hainiziato a lavorare durante l’estate in Riviera Romagnola per poi, una voltaconclusa la sua formazione, girare l’Italia cercando di perfezionare e arricchirela propria cucina. Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino, perfino l’Inghilterra:sono solo alcuni dei posti nei quali Paride ha lavorato. Poi, nel 2009,l’approdo e le prime esperienze in terra veneta, tra le quali anche quella conlo chef Federico Moro alle Beccherie a Treviso, fino all’arrivo definitivoall’Hesperia nel 2014. Una sorta di ritorno a casa, alle tradizioni e ai saporidella Puglia, prediligendo sempre i piatti a base di pesce: “Il pesce èsicuramente l’ingrediente con cui preferisco lavorare, da sempre, fin da quandoero ragazzo – ci rivela – Il piatto che preferisco fare? Ce ne sonotanti, ma forse quello che preferisco è proprio il crudo di pesce”. Nelpiatto che preferisce mangiare, invece, troviamo la parte veneta che c’è inlui: “Adoro i paccheri alla busara: mi fanno veramente impazzire”. Ma,preferenze culinarie a parte, c’è davvero tanto Treviso e tanto Veneto inParide, visto che proprio qui ha trovato la sua dolce metà: “Sì, hocapitolato per una veneta: sono sposato con Mariagrazia e abbiamo un figlio,Carlo Elia, di 8 anni”.
Se gli chiediamo un suo trattodistintivo come cuoco non ha dubbi: “Lavoro molto di testa: prima di agirefisicamente penso molto, mi organizzo mentalmente. All’improvvisazionepreferisco la sicurezza dell’organizzazione e della gestione di tempi, tecnichee preparazioni”.
Com’è Paride come insegnante? “In tutti i posti in cui holavorato sono sempre stato a contatto con parecchi cuochi più giovani e devodire mi piace insegnare le tecniche, trasmettere le mie conoscenze edelegare i vari compiti in cucina”.
Qual è la cosa più bella del lavoro di chef? “Per me èvedere la soddisfazione dei clienti. Raramente esco dalla cucina, tendo arimanere dietro le quinte, quindi i commenti positivi dei clienti mi vengonoriferiti. Oppure mi capita di osservare di nascosto i tavoli e quando vedoqualche cliente fotografare un mio piatto è sempre una grande soddisfazione”.